Basilicata in Tir: seduzioni in viaggio

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La principale novità della seconda edizione di “Basilicata in Tir: seduzioni in viaggio”, road show turistico dedicato alla Basilicata, è il percorso museale allestito all’interno della più insolita delle location: il rimorchio di un tir. Una vera e propria galleria meccanica itinerante che ospita creazioni dello scenografo Gerardo Viggiano e del maestro artigiano Eustacchio Rizzi, opere dalla forte carica simbolica che riassumono in modo plastico i luoghi, i riti, la storia e le tradizioni della Basilicata. Così l’arte incontra il turismo e diventa veicolo di promozione del territorio.
La Basilicata in un bicchiere. La prima delle opere è dedicata al vino, da sempre elemento fortemente caratterizzante per l’area del Vulture e per la Basilicata in generale.
Su tutti spicca l’Aglianico del Vulture, vino Doc dal 1971 e prodotto di lusso sulle tavole italiane e straniere. Dall’altra parte della Basilicata, in Val d’Agri, la Doc Terre dell’Alta Val d’Agri definisce un territorio di produzione limitato ai soli comuni di Viggiano, Moliterno e Grumento Nova. Da poco tempo, anche in Provincia di Matera, è nata la Doc Matera, vino prodotto in vari comuni del materano, con uve Aglianico, Sangiovese, Primitivo, Greco e Malvasia di Basilicata.
Matera: l’antico richiamo della roccia. Un paesaggio senza tempo che non conosce eguali. Matera si presenta così, con forme, colori, visioni che ne fanno un luogo unico al mondo, internazionalmente riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Tutto a Matera, dai Sassi ai dintorni ricchi di natura e storia, parlano al cuore con il linguaggio delle emozioni e della cultura. Aspetti diversi e al tempo stesso preziosi, facce di una stessa città che accolgono e incantano il visitatore attento e sensibile. Un visitatore intento in un viaggio memorabile, tra la storia e le storie di chi abita a Matera ed è sempre pronto ad accogliere con calore ogni viaggiatore. E se un viaggio non è solo partire, ma anche tornare con un tesoro in più negli occhi e dentro se stessi, i vicoli, il bianco della roccia scavata, l’azzurro di un cielo più vicino al viaggiatore, saranno tesori incisi per sempre nella memoria. All’arrivo ogni passo sembrerà una scoperta incredibile e ad ogni passo in più la voglia di esplorare diventerà sempre più grande ed emozionante. Mai vissuta prima. Perché dentro quelle case antiche fatte di tufo abita ciò che nessuno avrebbe mai immaginato: la storia del mondo.
I luoghi dell’anno Mille. Dai Longobardi ai normanni. Passando per la storia di una cattedrale che rappresenta un unicum al mondo. La Basilicata dell’anno mille è un territorio affascinante di passaggi, dominazioni, spiritualità, amore, morte, contaminazioni. E di personaggi inimitabili. Da Roberto il Guiscardo al leggendario Ugo dei Pagani, che nel 1118 fondò con altri nove nobili cavalieri, l’ordine religioso cavalleresco dei Templari. E tra questi, la figura di Federico II a stagliare come un sole. Personaggio innovativo nel campo giudiziario e economico, fu guerriero, filosofo, architetto e letterato. Un esempio ineguagliabile di uomo totale. I castelli di Melfi e di Lagopesole, continuano a testimoniare nell’armonia delle loro forme, la grandezza di un Imperatore che non ha ancora smesso di raccontare.
Il Carnevale. Nelle civiltà contadine il carnevale rappresenta un rito di propiziazione e transumanza con il quale si inaugura il ciclo dell’anno e delle stagioni. Sono diversi i comuni lucani in cui la tradizione del Carnevale tocca momenti di alta spettacolarità e partecipazione popolare. A Tricarico le maschere sono uomini che raffigurano una mandria guidata dal capo massaro, un sottomassaro e tre vaccari. Le maschere, al suono dei campanacci ricordano la transumanza del bestiame. In altri comuni la morte del Carnevale viene preceduta dalla rappresentazione dei mesi e delle stagioni, considerate due fasi di un unico rituale. Anche questi riti servono a celebrare il lavoro contadino. Significative tradizioni legate al Carnevale si trovano a San Mauro Forte, Aliano e Satriano.

Il Maggio. È un rito di fertilità diffuso in diverse località della Basilicata e rappresenta uno degli esempi più noti e suggestivi di culto arboreo. Il Maggio, si presenta come un rituale collettivo caratterizzato dall’unione tra due piante, una di alto fusto, simbolicamente di sesso maschile, e l’altra di agrifoglio, di sesso femminile, abbattute e trasportate in paese con l’accompagnamento di cortei processionali, scanditi da suoni e canti. Nelle feste dell’albero sarebbe implicita ‘l’idea di rigenerazione della collettività umana mediante una sua partecipazione attiva alla resurrezione della vegetazione e della rigenerazione del Cosmo. Nelle cerimonie e nei culti arborei degli ultimi secoli, al tema del rinnovamento della natura si è associato il concetto di franchigia. Il popolo nella festa celebra, con il cambiamento della vegetazione, i cambiamenti di vita particolarmente importanti per la comunità.

Per maggiori informazioni visita il sito www.basilicataintir.it

Immagini | Matera – Basilicata, di Vic15, da Flickr Creative Commons, Licenza: CC-by