Leggende di Palermo, tra storia e credenze popolari

di Redazione Commenta

Palermo è bellissima e misteriosa e in passato storia, politica e amore si sono intrecciati in modo molto stretto. Ecco infatti un paio di leggende molto note in città che vi daranno l’idea di come in Sicilia molti eventi fossero visti con la lente di ingrandimento del popolo e trasmessi di generazione in generazione, attraverso racconti:

IL VICERE’ E LA BARONESSA:verso la fine del XVI secolo divenne viceré ,don Marcantonio Colonna.Quando giunse a Palermo era già anziano;ma si innamorò perdutamente della nobildonna Eufrosina Valdaura moglie del nobile Calcerano Corbera e baronessa del Miserendino.Il marito e il suocero se la presero a morte con il viceré e durante un ricevimento pronunciarono minacce nei suoi confronti.Fu uno sbaglio.Il viceré temendo per la sua vita,non volle correre rischi e prese i suoi provvedimenti.Anzitutto fece arrestare il suocero della baronessa per debiti non pagati,che,detenuto nel carcere della Vicaria,morì in breve tempo.Restava ancora il marito.Un bel giorno fu invitato per una gita di piacere che si fece su di una galera del viceré e fece scalo a Malta.Un bel mattino il Corbera fu trovato ucciso.Dopo un breve periodo di lutto la baronessa celebrò i suoi amori con il viceré,che fece arredare alcune stanze su porta Nuova per i loro incontri amorosi e,per manifestare il suo amore,regalò al popolo una grande fontana nei pressi di piazza Marina,adorna di sirene,putti e creature marine dove spiccava l’immagine di una sirena bellissima che dai seni stillava acqua per gli assettati.In quella sirena tutti riconobbero l’effige della baronessa Eufrosina del Miserendino.

LA STRANA MORTE DEL VICERE’ CARAMANICO: verso a fine del 700, giunse a Palermo il nuovo viceré, Francesco d’Acquino, principe di Caramanico.Figlio dei tempi, perseguì una politica di tipo illuministico.Nel 1788 abolì le <<angherie>>, in altre parole le prestazioni obbligatorie e gratuite dovute al feudatario.Nel 1789 decretò l’abolizione della servitù della gleba nelle campagne.Per ciliegina sulla torta deliberò la riduzione a quattro seggi su 12 la partecipazione dei nobili nella <<Deputazione del regno>>, vale a dire nel governo dell’isola.Il viceré l’aveva combinata grossa!come si poteva ridurre così il potere dei nobili?L’ 8 gennaio 1795, il principe di Caramanico mentre si trovava <<alla casina della principessa del Cassero nella contrada delle terre Rosse, fu assalito improvvisamente da violenta convulsione che sull’ore 11 del giorno nove seguente gli tolse la vita senza che avesse potuto ricevere il Santo Viatico, né munirsi dell’Estrema Unzione>>.Di delitto si trattò certamente.Per tutta la notte il principe, aveva, infatti, sofferto, senza nessun’assistenza medica.Nel popolino circolava la voce che fosse stato ucciso su mandato del giovane ministro Acton, favorito della regina Maria Carolina.Indubbiamente la sua morte cessò di recar danni ai baroni siciliani.Il giallo in ogni caso rimase un segreto.