India, i maoisti non vogliono più turisti nel loro territorio

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Nessuna violenza, ma rispetto e cibo in quantità discreta: gli italiani rapiti in India nello Stato dell’Orissa non si troverebbero in cattive condizioni e anzi la loro salute sarebbe ottima. Lo confermano i due indiani che erano stati prelevati con loro, ma sono stati rilasciati poco dopo. Il motivo del rapimento potrebbe essere legato al fatto che i due, al momento dell’aggressione stavano scattando delle foto a delle donne vicino ad un fiume, ma anche un’altra motivazione si fa strada. In realtà, i maoisti mal sopportano la presenza di stranieri nel loro territorio e desiderano lo stop al loro ingresso, visto che si sentono spiati nel loro quotidiano e limitati nella libertà. Con questa azione forte, quindi, si sarebbero assicurati almeno un momentaneo allontanamento di tanta morbosa curiosità.

L’ultimatum per il rilascio che avverrà solo se saranno accontentate le richieste del loro leader intanto è stato spostato a domani e si teme per la sorte dei due connazionali. I ribelli maoisti Naxaliti a Kandhamal, nello Stato indiano dell’Orissa hanno chiesto la fine delle oppressioni, delle operazioni di rastrellamento e l’accettazione di tredici rivendicazioni. In particolare vogliono il rilascio di tre leader del Partito Comunista dell’India attualmente in carcere. In più, i maoisti vorrebbero il divieto di ingresso ai turisti nelle zone tribali. Sono stati rapiti venerdì  Paolo Bosusco e Claudio Colangelo e da allora nessuna notizia.

 

Come fa sapere il loro leader Sabyasachi Panda “non potremo farci niente se i due ostaggi perderanno la vita”: questa la minaccia di fronte ad un rifiuto del governo di accontentare la loro richiesta. Quest’ultimo ha poi specificato che l’unico responsabile sarà “il governo che continua con l’oppressione e con il business del turismo illegale” un modo per loro sbagliato di continuare a sfruttare la regione. Come finirà questa vicenda è presto per dirlo, ma ovviamente stiamo tutti in pensiero per i due rapiti che come noi e tanti altri viaggiatori hanno la sola colpa di amare il mondo e volerne scoprire ogni dettaglio.