Vacanze e crisi economica: gli italiani partono ugualmente

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La crisi economica non fa dormire sonni tranquilli è vero, ma è altrettanto sicuro che gli italiani non intendono rinunciare alle vacanze estive. All’inizio in molti avevano detto che sarebbero rimasti tranquillamente tra le quattro pareti domestiche, raggiungendo le principali località di mare o di montagna nel weekend. Avvicinandosi il primo fine settimana di vero esodo, però, le cose cambiano e gli abitanti del Belpaese ritornano sui loro passi. Si calcola che fino a settembre, infatti, saranno 27,5 milioni i connazionali che trascorreranno le ferie fuori. In pratica quasi 2 milioni in più del 2011.

Quello che cambia, però, è il numero dei giorni in cui si resta fuori e, in questo senso, si assiste ad una riduzione del 10 per cento rispetto al 2011. Aumenta, poi, il numero di connazionali che scelgono l’estero per la vacanza estiva. Lo studio è di  Unioncamere-Isnart, sulla base dei dati del proprio Osservatorio. Solo a luglio sono rientrati 10 milioni di connazionali e altri 16,2 milioni stanno adesso preparando i loro bagagli.

Ad agosto si sposteranno 5,2 milioni di turisti potenziali, ma c’è pure tempo per chi invece desidera spostarsi nel mese di settembre. Quello che non si può negare è un ritardo nelle prenotazioni, ma gli italiani vogliono andare in vacanza e l’Osservatorio sul turismo di Unioncamere e Isnart evidenzia una ripresa rispetto a quanto accaduto nel I semestre di quest’anno. In quella occasione si parlava di 10 milioni di vacanze in meno rispetto al 2011. Per i tre mesi dell’estate,  il 73,2% dei turisti italiani ha scelto l’Italia e le destinazioni più amate in questo senso restano l’Emilia Romagna, ma anche Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna. All’estero, invece, ecco la Spagna, la Francia, la Grecia e la Croazia. La tipologia di ferie preferite dagli abitanti dello stivale restano il mare e la città e sulle spiagge andranno più della metà dei vacanzieri, in montagna invece non si supererà il 14 per cento di viaggi. La campagna, poi, sarà per il 7,3% delle persone.