11 settembre 2012: commemorazioni sottotono e accordo sul Museo

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Nessuna commemorazione in pompa magna, come avvenne per il decimo anniversario. Oggi, dopo undici anni da quel terribile 11 settembre 2001 che costò la vita a quasi 3.000 persone, è tempo di silenzio e pochi eventi, mentre dopo una serie di polemiche sembra essere arrivato l’accordo sul completamento del Museo della Memoria a Ground Zero, dove sorgevano le Twin Towers a New York. Si tratta di un allestimento creato per raccontare attraverso oggetti e testimonianze come avvennero gli attacchi terroristici. In più, è d’obbligo onorare la memoria delle persone che hanno perso la vita nell’attentato e di quelle, come i Vigili del Fuoco, che sono decedute successivamente a causa delle nocive esalazioni e di cui non parla nessuno.

L’apertura del museo già slittata in passato, doveva riguardare proprio questa occasione ma alla fine le procedure sono state interrotte a causa di uno scontro su chi doveva pagare e gestire il memoriale. In primo piano nella vicenda ci sono  il sindaco della Grande Mela, Michael Bloomberg (che è anche presidente della Fondazione che controlla il “National 9\11 Memorial and Museum”) e dall’altro il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo e il governatore del New Jersey Chris Christie. Ora le cose sembrano essersi risolte. Questo però non garantisce che la struttura, costata oltre un miliardo di dollari, possa essere risistemata entro la fine del 2013 come si era detto. Il budget annuale di spesa, inoltre, riguarda oltre 60 milioni di dollari.

Non mancano, ovviamente, le richieste dei familiari delle vittime dell’11 settembre che vogliono che  Ground Zero rimanga un luogo sacro e non diventi una meta di turismo chiassoso e continuo. Del resto, la memorial plaza, inaugurata l’anno scorso, ha attirato 4,5 milioni di visitatori. Ricordando che ci sono vittime non ancora trovate, è il caso che la zona venga rispettata e che non sia teatro di gente che gioca o urla. Per oggi il presidente Barack Obama ricorderà le stragi di New York, Washington e della Pennsylvania osservando un minuto di silenzio all’interno della Casa Bianca. Con la moglie, poi, sarà al Pentagono e quindi farà visita ai soldati feriti e alle loro famiglie, al Walter Reed National Military Medical Center.

 

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