India, viaggi e volontariato: intervista a Paola Pedrini

di Redazione Commenta

Sono impaziente e insonne, sono straniero in una terra straniera. Il tuo alito mi giunge sussurrando, una impossibile speranza“. Questa frase di Rabindranath Tagore mi riempie il cuore e mi regala l’idea profonda di quello che può voler dire unire la passione per i viaggi alla capacità di aiutare i fratelli in difficoltà. Ci vuole un animo nobile per tutto questo e tanta forza d’animo, la stessa che certamente non manca a Paola Pedrini, giornalista di Piacenza e ormai nostra amica. La sua passione per L’India e i suoi tanti giri in questa terra, l’hanno portata a scegliere la strada meno comoda, quella del volontariato in una terra dove a volte la povertà e il degrado fanno paura. Da quella esperienza è nato il suo secondo libro “Gli angeli di Calcutta“, che segue al primo”La mia India, pensieri in viaggio“, scritto invece durante un soggiorno da queste parti.
Mi sono chiesta più volte come sia riuscita a vivere accanto a persone senza più speranza, malati terminali e casi disperati, portando sempre un sorriso e per questo ho scelto di porle qualche domanda che mi mostrasse quel mondo tragico ma profondamente unico che a volte sa essere l’India:
1- Perché l’India. Sono tanti i luoghi al mondo dove è possibile portare aiuto. In che modo è riuscito questo posto ad affascinarti, tanto da farti prendere una scelta così impegnativa? Come sei cambiata con quella esperienza?
Il desiderio di fare questa esperienza è arrivato dopo diversi viaggi in India che, come tu sai, è un paese che amo molto. Arriva un giorno in cui non ti accontenti più di passare e guardare ma vuoi farne parte, vuoi dare, essere partecipe e comprendere. Il cambiamento in sè stesso è il regalo più bello.

 

2-Conti di tornare ancora?

 

Assolutamente si, forse a dicembre. Vorrei trascorrere in India il Natale

 

3-Cosa ti ha lasciato il primo viaggio in India e cosa ricordi, come primo impatto, invece, di questo tuo ritorno in veste non più da turista/viaggiatrice?

 

Ogni viaggio in India è come se fosse il primo.L’entusiasmo, la felicità, lo stupore, lo stordimento, la confusione, la tristezza, la malinconia…sono emozioni alle quali non ci si abitua mai. Il confronto con una realtà così complessa e diversa non può che essere un arricchimento, sempre.

 

4-Per chi non è mai stato: partire per l’India (a parte i monumenti), perché?

 

Per imparare a cambiare, lasciando andare quello che non serve