Guida di viaggio a MARSA ALAM – Un ghetto di lusso

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La meta più ambita per chi ama il mare, il mondo subacqueo e le bellezze naturali quasi selvagge che questa località offre, l’ideale per chi vuole godere del privilegio di acque limpide e incontaminate a breve distanza dall’Italia. Marsa Alam è una località dell’Egitto, situata in prossimità del Tropico del Cancro, circondata dal Mar Rosso, il vero protagonista di questo posto spettacolare.

L’evoluzione:una ricchezza incompresa
In origine era un piccolo villaggio di pescatori e di minatori che lavoravano nelle antiche miniere di marmo e fosfati che si trovavano in prossimità del deserto del Sahara.
La nascita di Marsa Alam risale infatti al tempo dei faraoni e successivamente dei romani, periodi nei quali il deserto circostante era ricco di miniere d’oro, smeraldi e pietre preziose, fino a quando un’operazione urbanistica e un’enorme campagna pubblicitaria non decise di aprire le porte di queste terre preziose al turismo internazionale facendola diventare una delle località turistiche più conosciute del Mar Rosso.

Al Ba Abda & Al Basharya:
Impronte decisive sulle origini sono rimaste presenti a lungo come anche la popolazione locale,inizialmente costituita da due tribù beduine gli Al Ba Abda e la tribù degli Al Basharya.
Tali tribù, col tempo, si mescolarono alla civiltà araba al punto che venne inculcata loro la religione islamica.
La vera natura di questa gente è da sempre la caccia e i loro rifugi chiamati Khisha venivano costruiti su vari livelli per ripararsi dalle piogge.
Oggi il governo egiziano ha avviato un progetto per la costruzione di abitazioni, servizi sociali, ospedali e scuole per queste persone che improvvisamente sono state sbalzate dalla loro piccola comunità beduina per trovarsi immersi in una realtà che non gli appartiene.
L’odierna Marsa Alam infatti è oggi un susseguirsi di hotels che stanno piano piano invadendo tutta la costa, scarseggiando invece di locali e ristoranti per turisti.
Questo perché il turismo di massa ruota intorno alle maestose infrastrutture e ai villaggi che forniscono ogni tipo di svago e di necessità, data la natura selvaggia e la prevalenza del deserto al di fuori di esse.

Infatti la spettacolarità di Marsa Alam sta proprio nella naturalezza dei posti e nel lusso che scaturisce da un mare meraviglioso come il Mar Rosso, ricco di ogni specie di pesci per via della presenza della barriera corallina.

Non a caso Marsa Alam è la meta più ambita per gli appassionati d’immersione; le baie sicuramente più belle sono Marsa Shagra e Marsa Abu Dabbab (la baia del dugongo).

Marsa Shagra
il fondo è di sabbia corallina, se ci dirigiamo a nord troviamo una barriera molto viva e ricca di pesci ,andando avanti passiamo sotto un enorme ventaglio di corallo che indica la fine della baia e si esce in mare aperto.la profondità massima qui raggiungibile è 25 metri.

Marsa Abu Dabbab
E’ la baia più famosa di Marsa Alam perché ogni tanto è frequentata dal dugongo.( un mammifero dell’ordine dei Sirenii,oggi a rischio di estinzione.)
L’immersione più gettonata è quella sul lato sud dove è possibile incontrare le tartarughe verdi, gli squali chitarra, razze e qualche calamaro.
Esiste anche un’altra peculiarità che rende Marsa Alam la meta ideale per una certa tipologia di turisti, ed è il vento che spesso batte le sue coste ed attira ogni anno tantissimi surfisti appassionati di kitesurf e windsurf.
Un’altra particolarità di questa zona sono le sue spiagge, che a differenza di quelle di Sharm offrono la possibilità di passeggiare e balneare a riva senza il rischio di danneggiare la barriera corallina. Per questo motivo, Marsa Alam è forse la località più consigliata per famiglie con bambini e per tutti coloro che amano stare in spiaggia.

Lo sapevate che….
Marsa Alam in arabo significa letteralmente “Porto della Bandiera”.
Nata come agglomerato di beduini pescatori, la cittadina vedeva parecchi pescatori avventurarsi in mare per battute di pesca e vi era la necessità di capire subito quale fosse l’approdo per il ritorno.
Non avendo disponibilità di fari o segnalazioni luminose l’unica alternativa era mettere delle bandiere sulle sponde delle spiagge.