Viaggi di lavoro, registrato calo

di Valentina Commenta

E’ stato registrato un calo importante nel numero dei viaggi di lavoro intrapresi. Gli italiani, secondo l’Istat, non si spostano più come un tempo per motivazioni non collegate al puro divertimento e relax. E questo trend è collegato a diversi fattori.

Dal 2014 al 2015, gli spostamenti legati a questioni lavorative sono calati del 15,1%. La prima motivazione? La necessità delle aziende di razionalizzare i costi: a meno che non si riveli davvero necessario, una transazione può essere gestita in video conferenza piuttosto che dal vivo.  Altra ragione per la quale i viaggi di lavoro sono in calo è legata alla gestione del tempo dei dipendenti: le trasferte lavorative possono essere una stimolante occasione di apprendimento e di raggiungimento dei risultati, ma spesso lasciano il dipendente eccessivamente “distrutto” dal jet lag una volta tornato sul territorio nazionale.

Il voler contenere i costi non ha portato solamente dei cambiamenti nel mercato del lavoro relativo ma ha fatto calare di circa 2 milioni di unità i viaggi in un anno, con obiettive ripercussioni anche nei guadagni delle compagnie aeree ed alberghiere. Una ricerca condotta da Booking lo scorso hanno ha sottolineato come l’organizzazione dei viaggi di lavoro comporta un notevole stress per il dipendente e che eventuali inconvenienti rischiano di rendere non produttivo qualcosa di organizzato appositamente. Non deve quindi stupire il calo. Questo non significa che non possa arrivare dal mercato stesso una valida risposta, economica ed organizzativa, per sistemare ciò che non va.

 

Facendo ripartire la tendenza nel verso opposto a quello in cui sta virando attualmente.

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