Vacanze di Natale al caldo: Aruba, l’isola dei pirati

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Misteriosi relitti marini, un deserto popolato da cactus, miniere d’oro dismesse e vecchie grotte in cui si rifugiavano i pirati: Aruba, a circa 24 chilometri dal litorale sudamericano, è l’isola-paradiso piena di segreti e dii scorci naturalistici tutti da scoprire, meta ideale per chi vuole passare le vacanze di Natale al caldo di una spiaggia ssolata. Parte delle ex Antille olandesi, l’isola è un pezzo di Europa trapiantato nel mar dei Caraibi e oggi è ancora più facile da raggiungere per i turisti italiani grazie all’inaugurazione di un nuovo collegamento settimanale da Milano. Con partenza di sabato, a partire dal 18 dicembre 2010, la Blue Panorama la collegherà a Malpensa con scalo previsto solo all’andata a La Romana (Repubblica Dominicana).

Aruba
Su Aruba, 180 chilometri quadrati contornati da dune, sabbia bianchissima e acque cristalline, tutto invita a godersi una vacanza di assoluto relax e ozio su spiagge semi deserte in compagnia di un mojito all’ombra di palme e dei caratteristici alberi divi-divi. Per la sua particolare posizione, fuori dalla cintura degli uragani e grazie agli alisei, Aruba gode di una temperatura praticamente costante di circa 28 gradi che rende le vacanze possibili in ogni periodo dell’anno per chi cerca l’eterna estate ed e’ gettonatissima soprattutto a Natale e Capodanno. Sole e mare non sono però le sue uniche risorse.

Oranjestad
Un vero gioiello, la capitale Oranjestad, è vivace e colorata e insieme a San Nicolas raccoglie gran parte dei poco più di centomila abitanti dell’isola appartenenti a 96 diverse nazionalità. Lunga 32 chilometri e larga quasi 10, l’isola si presta ad esplorazioni alla scoperta di un paesaggio semi-arido anche con formazioni geologiche che offrono la possibilità di cimentarsi con attività come il trekking e le arrampicate. Non ci si aspetterebbe nemmeno di trovare bellissime grotte sotterranee. Come le Guadirikiri, dove il sole filtra attraverso due cavità interne e dove si narra che si rifugiassero i pirati: oggi il tunnel, lungo una trentina di metri, è l’habitat di centinaia di innocui pipistrelli. Poco distante la grotta Fontein è invece una testimonianza delle popolazioni autoctone, con ancora visibili i disegni degli indiani Arawak che decorano il soffitto della grotta. Oppure le grotte Huliba, per una tappa romantica con il loro ingresso a forma di cuore.

Safari sull’isola
Chi ama lo spirito d’avventura non potrà negarsi un safari in fuoristrada per conoscere il lato più selvaggio dell’isola, noleggiando ad esempio presso una delle agenzie dell’isola un’auto a trazione integrale. Lungo i percorsi comunemente indicati si fa tappa al pittoresco Faro California, la cappella di Alto Vista e le rovine delle fonderie d’oro di Bushiribana. Lungo la brulla costa settentrionale si percorrono strade secondarie, passando per inedite formazioni rocciose, cactus e i famosi alberi divi-divi.

Il Parco Nazionale Arikok
E poi c’è anche il deserto: il Parco Nazionale Arikok, che si estende dalla costa nord-orientale verso l’interno. L’area protetta copre quasi un quinto dell’isola e coi suoi 40 chilometri di sentieri è l’ideale per chi vuole dedicarsi a rilassanti passeggiate, magari osservando alcune delle rarissime piante che vi crescono fra agavi e cactus a perdita d’occhio. Iguane e diverse specie di uccelli migratori abitano nel parco, mentre capre e asini pascolano sulla sterpaglia. Degne di visita anche le miniere d’oro Miralamar.

Le spiagge migliori
Se invece il richiamo del mare cristallino è troppo forte, Aruba offre spiagge e attività acquatiche per tutti i gusti: dallo snorkeling sulla spiaggia di Palm Beach, al windsurf o kite-surf a Rodges Beach, mentre la riparata Baby Lagoon Beach è ideale per le famiglie in viaggio con bambini. Anche a poche bracciate dalla costa si può vivere un briciolo di avventura: immergendosi per visitare antichi relitti. Il Pedernales, petroliera silurata durante la Seconda Guerra Mondiale da un sottomarino tedesco, è oggi composto da grandi resti sparpagliati tra le formazioni di corallo. Il California è per i sub più esperti, mentre il relitto Antilla è uno dei più grandi resti dei Caraibi. Quest’ultima era una nave da carico tedesca affondata di proposito dal suo capitano nel 1940 (quando i tedeschi invasero i Paesi Bassi) per evitare che la nave cadesse in mani olandesi. Oggi è popolata di aragoste notturne e di spugne a tubo e può essere visitata anche dopo che il sole tramonta.