Alitalia, sindacati sul piede di guerra

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Voli a rischio a Natale. I sindacati dei trasporti minacciano una «reazione durissima» qualora non verranno consultati sulla scelta del partner con cui avviare negoziati esclusivi per Alitalia. Ed è una giornata nera per l’aviolinea: il titolo è crollato in Borsa, ed è stato sospeso per eccesso di ribasso. Intanto, sul fronte politico non cessa il dibattito sul suo futuro in vista della prossima settimana quando il Cda dovrà scegliere il futuro acquirente della società. A Piazza Affari, dopo una primissima fase, durata un paio d’ore in cui sono stati trattati a prezzi compresi fra un minimo di 0,805 e un massimo di 0,87 euro per azione, comunque in netto ribasso, le vendite sono prevalse al punto da provocare la sospensione automatica, attorno alle 11,30. Da allora, tutti i tentativi di riammissione alle contrattazioni sono falliti per eccesso di ribasso: in questo momento il ribasso «teorico» della quotazione è addirittura superiore al 21% (0,685 euro). I sindacati criticano il rinvio, la speculazione colpisce i titoli a causa dei timori di un nuovo rinvio della vendita della compagnia aerea. Sempre in mattinata, i sindacati hanno usato toni durissimi nei confronti del Governo: Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti chiedono infatti di essere convocati a palazzo Chigi per discutere del futuro della compagnia. E il silenzio di questi giorni li ha messi in agitazione. «Siamo assolutamente contrari a questo ennesimo rinvio annunciato dal governo – ha spiegato Mauro Rossi della Filt Cgil – ci pare l’ennesima occasione sciupata per far ripartire la compagnia. Abbiamo sentito dire che non ci sono scadenze legali. Non è vero; il tempo è scaduto e noi chiediamo un confronto che ci viene negato».
Sull’esito della decisione dei prossimi giorni, è intervenuto anche il vicepremier Francesco Rutelli: «La posizione politica che ho cercato di esprimere in questi anni è chiara – ha detto – Alitalia ha un azionista pubblico che è lo Stato e lo Stato ha il preciso dovere di compiere le sue scelte nell’interesse del paese definendo indirizzi industriali strategici per il sistema paese. Il che non significa scegliere in base alla nazionalità delle offerte, perchè l’interesse del paese e dell’azionista può essere certamente assolto da soggetti non italiani». Infine, anche Confindustria è intervenuta per ribadire il suo auspicio: il vicepresidente degli industriali Andrea Pininfarina ha detto di sperare che «si arrivi presto ad una soluzione».

Via | La Stampa