Stiamo raccogliendo altre testimonianze di italiani che, senza apparente ragione o per futili motivi, sono stati arrestati, sottoposti a percosse dalla polizia croata e poi rilasciati a seguito del pagamento di un riscatto, testimonianze che saranno sottoposte all’attenzione della Corte Europea dei Diritti Umani. Quello che ci preme far sapere è soprattutto il rischio che un cittadino italiano corre andando in vacanza in Croazia. La testimonianza di Giuseppe Monsurrò, confermata da diversi testimoni, non lascia adito a dubbi sul fatto che la polizia croata non solo tende a prendere di mira i cittadini italiani, ma si spinge addirittura a insultare le Istituzioni italiane e le forze dell’ordine italiane (carabinieri e polizia).
Nonostante diverse interrogazioni parlamentari, il caso Croazia non sembra al momento interessare l’attuale Governo Italiano, per cui la cosa più ovvia da fare era rivolgersi all’Europa, dato anche che proprio la Croazia ha chiesto l’ingresso nell’Unione Europea. Secondo Protocollo ha chiesto alla Corte Europea dei Diritti Umani di aprire un procedimento contro la Croazia, fornendo prove inconfutabili dei reati commessi dalla polizia croata contro il cittadino italiano Monsurrò Giuseppe e contro altri cittadini italiani. Allo stesso tempo intende mettere in guardia quanti si recheranno nella prossima estate in Croazia, consigliando vivamente di procurarsi i numeri di telefono dei consolati italiani presenti sul territorio croato e soprattutto di prendere coscienza di quali siano i propri Diritti stabiliti dalle leggi internazionali, primo fra tutti il Diritto di contattare immediatamente le autorità consolari italiane, nel caso ci si trovi per qualsiasi motivo in condizioni di arresto.
Giuseppe Monsurrò, come altri italiani, era semplicemente in vacanza in Croazia con la famiglia, gente perbene che non ha mai fatto niente di illegale, trovatosi improvvisamente in prigione, percosso violentemente dalla polizia e lasciato per giorni interi seminudo, senza acqua e viveri. Hanno dovuto pagare un riscatto (o cauzione??) di 40.000 euro per poter tornare a casa.
Secondo Protocollo è una organizzazione per la difesa dei Diritti Umani con sede a Urbania (PU) e con filiali a Roma, Ancona, Other (Gran Bretagna) e Washington (Stati Uniti)
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