Mostra Cromofobie all’Ex Aurum di Pescara dal 14 febbraio al 31 maggio 2009

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Dal 14 febbraio al 31 maggio 2009 l’ EX AURUM di Pescara, affascinante struttura progettata da Giovanni Michelucci negli anni Trenta, ospita la mostra “CROMOFOBIE, percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea“.
La mostra, curata da Silvia Pegoraro, è realizzata dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pescara nell’ ambito di un progetto pilota della PARC – Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’ architettura e l’ arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, intitolato “SENSI CONTEMPORANEI”, con la collaborazione del Ministero per lo Sviluppo Economico e della Biennale di Venezia.

UN’ IDEA IN BIANCO E NERO
L’ idea della mostra dedicata ai “Percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea” è nata dalla fascinazione esercitata sulla curatrice dal grande “Tunnel” optical di Getulio Alviani, presente all’ interno dell’ Ex Aurum di Pescara. Si tratta di una grande opera-ambiente, fondata su una semplicissima e complessa interazione ottico-mentale tra il bianco e il nero.
Mi auguro – scrive Silvia Pegoraro – che questo grande lavoro di Alviani, racchiuso nel cuore dell’ edificio di Michelucci, anzi, ormai parte di esso, possa essere universalmente e durevolmente interpretato come il segno e il simbolo della vocazione artistica di questo luogo: della sua splendida vocazione ad ospitare eventi d’ arte e cultura di grande valore e di ampio respiro. Eventi che superino il corto raggio degli interessi e delle competenze di una sia pur vivacissima provincia. Perché la forza di un territorio si misura dal suo sapersi idealmente allargare, fino ad abbracciare ciò che è apparentemente lontano, ciò che sta oltre l’ ambito locale (o localistico), catturandone, sapientemente, l’ attenzione, l’energia, le risorse.

GLI ARTISTI

La mostra “CROMOFOBIE” vuole essere una panoramica significativa della presenza del bianco e del nero nell’ arte italiana contemporanea, dal dopoguerra ad oggi, a partire cioè da espressioni storicizzate del bianco e del nero nell’ arte, sia iconica che aniconica, sino ad arrivare agli sviluppi più attuali delle ricerche sul bianco e il nero, nelle giovani generazioni.
Saranno presenti 76 artisti, ed esposte circa 130 opere, per costruire un percorso storico-tematico che vada, appunto, da lavori già “storicizzati” ai lavori di artisti delle ultime generazioni.
Solo per citarne alcuni: Enrico Baj, Alberto Burri, Enrico Castellani, Giuseppe Caporossi, Gino De Dominicis, Lucio Fontana, Ezio Gribaudo, Piero Manzoni, Gastone Novelli, Giuseppe Santomaso, Angelo Savelli, Mario Schifano, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Emilio Vedova. Non dimentichiamo Carla Accardi, Domenico Bianchi, Luigi Boille, Nicola De Maria, Omar Galliani, Jannis Kounellis, Fabio Mauri, Gianfranco Notargiacomo, Nunzio, Oliviero Rainaldi, Giuseppe Spagnulo, Marco Tirelli e Gilberto Zorio, e fra i giovani Andrea Chiesi, Paolo Grassino, Luca Pancrazzi e Gino Sabatini Odoardi.

IL SIMBOLO DEL BIANCO E DEL NERO

Il bianco e il nero possono significare l’ assenza o la somma di tutti i colori, e nel Novecento assurgono a simbolo della tautologia, categoria fondamentale e fondante di tanta arte del XX secolo, tutta più o meno legata a una radice “concettuale” in senso lato, dal Quadrato bianco su fondo bianco di Malevi, al bianco “assoluto” di Ryman, ai neri di Burri e di Reinhardt.
Molti artisti contemporanei usano il bianco e il nero con una forte consapevolezza della tensione che questi non-colori determinano, perché di fronte al vuoto o al silenzio lo spettatore è preso da una sorta di vertigine che può sgomentare oppure può innescare uno stimolante meccanismo di ricerca, inconscia o consapevole, tale da mettere in moto tutte le sensibilità emotive e logiche, evocative e mnemoniche, come in una sorta di percorso iniziatico.

IL BIANCO E IL NERO DEI GRANDI
L'”assenza visibile di colore” e “la fusione di tutti i colori”, parimenti rintracciabili nel bianco e nel nero, diverranno per Vasilij Kandinskij e Kazimir Malevi oggetto di una costante riflessione che, trascendendo le considerazioni puramente coloristiche, coinvolgerà il gesto artistico nella sua interezza. E così pure per Paul Klee, nel suo continuo parallelismo tra pittura e musica, che lo porta alla realizzazione di opere celebri come Bianco polifonicamente incorniciato (1930).

Nel dopoguerra trovano espressioni di straordinario interesse, soprattutto nelle varie forme di “astrattismo”: dal primo Rauschenberg a Tobey, a Twombly, dal materismo di Burri al segno-scrittura di Novelli, allo spazialismo di Fontana, con le sue derivazioni in Manzoni, Castellani, Bonalumi, Scheggi, e nell’arte optical, con Alviani o Colombo. Ma anche nella figurazione la presenza del bianco e del nero è oltremodo significativa e suggestiva, come in certe esperienze legate in qualche modo al “Pop”, come quelle di Schifano e di Lombardo, o in grandi “inclassificabili” come De Dominicis.

SCHEDA INFORMATIVA
Mostra: CROMOFOBIE – Percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea
Sede: ex Aurum, via F.F. d’Avalos, Pescara
Curatore: Siliva Pegoraro
Allestimento: Concetta Di Cicco, Sandro Dente e Aristide Michetti
Catalogo: EDIZIONI GABRIELE MAZZOTTA

ORARI E PREZZI
Durata mostra: 14 febbraio – 31 maggio 2009
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Domenica dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso gratuito
Informazioni: Segreteria Ex Aurum, tel. 085 4549508