Una mostra per far conoscere la storia d’Italia
L’obiettivo – spiega la coordinatrice del progetto, Elena Fontanella – e’ ”avvicinare un pubblico piu’ ampio alla fruizione consapevole delle eccellenze del nostro patrimonio artistico, e offrire al visitatore un nuovo modello di esperienza culturale, formativa e al contempo piacevole”.
Al Castello di Racconigi si racconta il Vittorio Emanuele adolescente, lo scolaro svogliato, lo spadaccino provetto e l’appassionato di caccia. Il Risorgimento e’ a Palazzo Chiablese, dove sono rievocate le guerre d’Indipendenza con armi, armature, carte e diorami, e a Palazzo Reale, il vero cuore dell’esposizione: qui sono in mostra lo Statuto del 1848 (un ”pezzo” da due milioni di euro, trasportato dall’Archivio di Stato con una scorta armata), il verbale dell’incoronazione a Re d’Italia, i ritratti dei protagonisti dell’epoca (Cavour, Napoleone III, Pio IX, D’Azeglio).
Il Re Galantuomo
Ma la Reggia parla anche del ”galantuomo”, delle sue passioni e delle sue debolezze, che si incontrano passando per lo studio, la camera da letto e la camera della regina, Maria Adelaide, che seppe ricoprire di tenerezze nonostante la meritata fama di tombeur de femmes (Torino e’ punteggiata di edifici in cui la leggenda vuole che Vittorio Emanuele tenesse i propri convegni amorosi). La sala da ballo del Palazzo, con l’esposizione degli abiti di scena del ”Nabucco” di Giuseppe Verdi, chiude la visita sulle note del ”Va’ Pensiero”: i patrioti, nel XIX secolo, urlavano ”Viva Verdi”, che stava a significare ”Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”.
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