L’Estasi di San Francesco
Una volta entrata nel mercato antiquario, la tela e’ infatti approdata (nel 1943) nelle collezioni del museo americano. L’opera e’ di una struggente bellezza e ritrae San Francesco in estasi dopo aver ricevuto le stigmate e confortato da un angelo che lo cinge tra le braccia mettendo in risalto la ferita nel costato. Adagiato sul terreno (e non in ginocchio secondo l’iconografia tradizionale) da dove con genio naturalistico spuntano erba e fiori in primo piano, il santo ha gli occhi socchiusi ed e’ inondato di luce, che e’ quindi anche metafora della presenza divina, rappresentazione della sua rinascita spirituale nell’immagine di Cristo. Si tratta di un capolavoro prestato con molte cautele dal Wadsworth Museum, che in Italia e’ stato poco visto (a Milano nel 1951 e a Napoli nel 1985), capace di reggere da solo un’intera esposizione, anche se a Rimini e’ circondato da una preziosa selezione di pittori seicenteschi. ”Sono stato libero di scegliere le opere che piu’ mi sembravano adatte a questa piccola rassegna”, ha detto Marco Goldin che gia’ da un anno fa era riuscito ad assicurarsi la presenza dell’Estasi di San Francesco a Rimini. Ecco dunque un bellissimo Van Dyck (La Resurrezione), la stupefacente Sacra Famiglia nella bottega di San Giuseppe di Carlo Saraceni, Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne di Orazio Gentileschi, il drammatico San Serapione di Francisco de Zubaran, il Ragazzo con cappello di Michael Sweerts, il Ritratto di Joseph Coymans di Frans Hals, L’Adorazione dei pastori di Lodovico Cardi, detto il Cigoli.
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