Riapre la tomba di San Francesco ad Assisi

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Negli anni recenti ha accolto le preghiere di papa Wojtyla e di papa Benedetto XVI, ed e’ stata visitata, fra gli altri, da Tareq Aziz, dal presidente brasiliano Lula e da Ingrid Betancourt: dopo un breve periodo di chiusura per il primo restauro dalla sua costruzione, riapre al culto la Tomba di San Francesco, meta ogni anno, ad Assisi, di migliaia di pellegrini. Alla cerimonia di riapertura era presente il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, seguita dalla visita del ministro dei Beni e delle attivita’ culturali, Giancarlo Galan.

La tomba di San Francesco
La Tomba di San Francesco – nella piccola cripta posta sotto l’altare centrale della Basilica Inferiore – era stata chiusa lo scorso 25 febbraio. I lavori di straordinaria manutenzione hanno riguardato in particolare la ripulitura delle pietre. Il corpo del Poverello fu nascosto, integro, nel rozzo sarcofago di sasso contenuto nel pilastro eretto al centro del vano a crociera, nel 1230 da frate Elia, che lo rese cosi’ inaccessibile a qualunque possibile violazione. Nel 1818, dopo 52 notti di lavoro, i frati del Sacro convento, autorizzati da Pio VII, lo riesumarono e lo racchiusero in un’urna di bronzo sigillata della Santa Sede; nel 1820 fu aperta la vasta cripta, scavata nella viva pietra. La cripta venne realizzata in stile neoclassico, su progetto dell’architetto romano Pasquale Belli. Ma lo stile contrastava troppo con il resto della basilica e quindi, tra il 1925 e il 1932, la cripta fu radicalmente modificata su progetto dell’architetto Ugo Tarchi, secondo lo stile neo-romanico.

La salma
Sopra l’altare, protetto da una grata, e’ situato il sarcofago in pietra nel quale fu riposta, fin dall’inizio, la salma di Francesco. Intorno sono stati tumulati i resti di quattro suoi compagni: Rufino, Angelo, Masseo e Leone, mentre nel punto di congiunzione delle due scale che conducono alla cripta si trovano i resti della nobildonna romana Jacopa de’ Sottesoli, devota benefattrice del Santo, il quale era solito chiamarla Frate Jacopa. Illumina la tomba del Poverello d’Assisi una lampada votiva, sempre progettata da Ugo Tarchi, che viene alimentata con l’olio offerto ogni anno, a rotazione, dalle Regioni italiane, in occasione del 4 Ottobre, festa di San Francesco patrono d’Italia e Giornata nazionale della pace, della fraternita’ e del dialogo.