Turismo gay, una risorsa sempre più concreta per l’Italia

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In molti storcono il naso solo a sentire la fatidica parola: “gay”. Eppure il mondo dei gay muove il turismo in Italia, perché, mediamente, spende di più. Più di un terzo (il 38%) per la precisione. Turista colto, con grande senso della socialità e del divertimento, il turista gay una volta giunto a destinazione va a trovare la comunità DLBT di riferimento e amici, frequenta locali e bar gay friendly e non si perde le principali attrattive turistiche e culturali della zona. In più partecipa a eventi come mostre e concerti, si dedica allo shopping di qualità… In più, quando partecipa a eventi come il gay pride, passa almeno una notte nel luogo dell’evento, spostandosi anche in aereo. E’, insomma, il turista ideale. Perché considerarli una nicchia?

EXPO TURISMO GAY
Uno degli eventi che sta diventando di riferimento nel nostro Paese è Expo turismo gay, una fiera interamente dedicata al mondo gay, lesbian bisex e transgender (Glbt): si svolge a Bergamo (l’edizione 2011 è il 23 e 24 settembre) all’interno della manifestazione “No frills”, che nei giorni scorsi si è trasferita a Roma per l’Europride. Ma c’è da scommettere che in molti non si lasceranno scappare l’evento bergamasco, che pure in passato aveva suscitato polemiche.

UNA NICCHIA?
Con un fatturato mondiale nel comparto turistico del 10% del totale, ed una quota del 7% in Italia, il turismo gay (o meglio, il turismo GLBT) non è più da considerarsi solo una nicchia.
Tant’è che le regioni italiane considerate gay friendly sono anche le destinatarie maggiori dei turisti (anche stranieri), che qui si sentono sicuri e benvenuti. Tra queste al primo posto c’è la Toscana, con la Versilia, mentre in Europa nel medio-corto raggio ci sono le Isole Canarie, ed in particolare Gran Canaria, e poi Tel Aviv, Colonia, Dusseldorf, e anche la Svizzera. Immancabili poi, per chi ama viaggiare di più, il Canada (con Toronto e Vancouver) e la Thailandia.