Viaggi e leggende d’Africa dal Camerun al Kalahari

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Dal Camerun al Kalahari, attraverso i pigmei o le altre popolazioni locali: le leggende d’Africa sono ben radicate nel territorio e si raccontano di padre in figlio. Ecco ad esempio come credono sia nata l’umanità e come abbia avuto origine l’Eden:

 

L’origine dell’umanità

Il mondo intero è stato creato da Wang’Ilonga. Dalla parte del sorgere del sole, a nord-est del fiume Tsuapa, a Bayo (ivyo significa acqua nera e fredda) in uno stagno, non lontano dal limitare della foresta, vi era un termitaio, coronato da un albero boamba. Al comando di Wang’Ilonga, l’albero si aprì e apparve il primo uomo, Lianja. Dopo aver gettato uno sguardo attorno a sé, esclamò: “Sono uscito, ma sono solo! Dov’è la compagna che vivrà con me?”. Allora si sentì la voce di Wang’Ilonga: “Scendi nell’acqua e la incontrerai!”. Lianja saltò nello stagno. Wang’Ilonga riprese: “Guarda dietro di te”. Volgendosi, Lianja vide una donna, Nsongo, in piedi, alla base del termitaio. “Ho trovato una compagna – disse – ma che cosa faremo?”. La voce rispose: “Va a costruire una capanna sulla terra ferma”. Non appena Lianja ebbe terminato la sua capanna, la voce di Wang’Ilonga risuonò di nuovo: “Voi siete uomo e donna. Quando abiterete la vostra capanna, comportatevi come sposa e sposa, generate dei figli… Ma ecco i comandamenti che voi e i vostri discendenti osserverete: non rubate le cose altrui, non litigate, non abbandonatevi alla lussuria, non attentate alla salute e alla vita del prossimo. Se voi maltrattate i vostri compagni, io vi caccerò; se voi disprezzate i miei comandamenti, la morte vi prenderà”. Lianja e Nsongo generarono tre coppie di gemelli che sono gli antenati mitici dei batwa, nkundo e ekonda.

L’origine dell’Eden

Elima (la forza vitale attiva e personale) creò anzitutto gli stagni, poi i corsi d’acqua e infine le foreste. Vi fece comparire tutti gli animali, uccelli, pesci, rettili, insetti che li popolano attualmente. A ogni specie ordinò di nutrirsi di determinati cibi… Finalmente, raccolse dell’argilla umida e fece due statue, una di uomo e una di donna. Le mise in piedi e vi soffiò la vita, prima in quella della donna, poi in quella dell’uomo. Ordinò: “Parlate!”. La donna, più sveglia dell’uomo, prese la parola per prima. Quando tacque, Elima cominciò l’educazione dei primi antenati. Insegnò loro il nome delle bestie, degli uccelli, dei pesci, dei rettili, degli insetti, delle piante e degli alberi; mostrò loro come fabbricare un accendino con una tavoletta e una bacchetta dell’albero bopumbo, come costruire una capanna, tagliere delle noci di palma, cercare i frutti e i tuberi commestibili.

Regalò loro un arco e delle frecce per uccidere gli animali, insegnò loro l’arte di preparare e collocare le trappole, costruire chiuse e dighe nei corsi d’acqua. Presentò loro il frutto della zucca come strumento per attingere e conservare l’acqua. Gli antenati non videro Elima; lo sentirono soltanto. Per i benefici ricevuti non impose loro alcun tabù alimentare, ma per contro raccomandò loro di fare il bene e di evitare il male: il furto, la menzogna, la frode, l’omicidio, l’adulterio, la calunnia, le relazioni sessuali fra parenti prossimi, la disobbedienza ai genitori e ai responsabili del clan. Quando Elima li lasciò, i primi esseri umani accesero il fuoco e partirono alla caccia