Terremoto nelle Filippine: i primi danni

di Redazione Commenta

 

L’allarme tsunami, alla fine è stato revocato e l’onda anomala, in seguito ad un terremoto violento nelle Filippine, non c’è stata o, almeno, non ha avuto la portata che si temeva. L’epicentro della scossa che ha interessato tale tratto di mondo facendo temere pure per l’Indonesia, Taiwan e il Giappone, è stato localizzato ad una  profondità sottomarina di 33 chilometri. Se c’è solo un morto accertato, cioè una donna sepolta dal crollo della sua casa, non mancano i danni, anche piuttosto gravi.

A seguito del terremoto nelle Filippine, infatti, sono state distrutte case, ma anche ponti e l’interruzione della corrente elettrica ha riguardato decine di centri. Non sono state poche poi le persone che hanno dovuto lasciare le loro case. All’inizio gli abitanti sono stati fatti allontanare dalla costa, per il terrore che uno tsunami potesse spazzare via tutto, ma sembra che non se ne siano formati di potenza significativa.

Il bilancio del sisma, comunque, è del tutto provvisorio come hanno fatto sapere le autorità filippine delle province orientali e meridionali. Le stesse dove il terremoto è stato avvertito con maggiore intensità. L’epicentro è stato a cento chilometri dalla costa ed una donna anziana ha perso la vita, mentre il suo nipotino di cinque anni è stato ricoverato per essersi ferito. Nelle ore in cui era in corso l’allarme tsunami, sono state evacuate le zone costiere in sei province e comunque nelle Filippine, l’onda anomala si è creata, ma ha raggiunto una altezza massima di sedici centimetri, infrangendosi  in una città costiera del Paese che è Suriago City. Tuttavia, quando il centro Usa di allerta di tali tipi di fenomeno ha cancellato il pericolo, a Manila è stato comunque chiesto agli abitanti di evitare di trovarsi nelle zone costiere e per loro la notte è stata pesante, visto che hanno dovuto trascorrerla sulle alture. Il timore è che le scosse di assestamento, possano cambiare le carte in tavola e provocare morte e distruzione.