Maltempo Italia: Medusa non perdona

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L’hanno chiamata Medusa e di certo non solo fa paura, ma è veramente tremenda. Da ore la nuova perturbazione tiene l’Italia in una morsa di vento, freddo e pioggia ed ha causato danni e morti. I maggiori problemi sono concentrati al Centronord e sulle Alpi, dove c’è la neve, ma anche al Sud non scherza. In provincia di Trapani, ad esempio, ad Alcamo è arrivata una grandinata tanto forte da aver rotto parecchi parabrezza delle auto e aver ferito molti cittadini addirittura finiti in ospedale con piccole ferite.

In queste ore, la situazione è critica soprattutto tra Liguria e Toscana. Già ieri sera le condizioni meteo hanno preoccupato e nubifragi di particolare violenza si sono abbattuti su Firenze, Grosseto e sulla provincia di Massa Carrara. Sono bastate meno di tre ore per fare accumulare 64 mm di pioggia. Sulla sessantina sono i millimetri raggiunti anche in Friuli Venezia Giulia.

Oggi non sarà diverso e ci saranno forti condizioni di maltempo anche nel pomeriggio, con abbondanti nevicate sulle Alpi e venti di burrasca. Situazione da tenere sotto controllo poi in Piemonte e anche nelle Venezie e in Toscana, Lazio e Campania. Se i venti nel meridione resteranno abbastanza miti, questo non vuol dire che non stia per arrivare un freddo polare che, nel fine settimana, porterà molto freddo. Precipitazioni su Nordovest, Venezie, Toscana, Lazio, Campania, Calabria tirrenica e ovest Sardegna.Quota neve intorno a 1500 metri sulle Alpi occidentali, oltre 1800 metri nel settore centro-orientale. Poche le schiarite e temperature oltre la norma ovunque. Domani, invece, i fenomeni diminuiranno al Nord e la neve diminuirà, ma il maltempo si sposterà al sud verso Lazio, Campania e nord della Calabria. Qualche vento forte sulla costa adriatica, fino all’arrivo del freddo invernale che in molti aspettavano. Insomma, abbiamo parlato male del caldo che fino ha novembre ci ha portati in riva al mare, ora quelle belle giornate sembrano essere destinate a diventare un ricordo per un pò.

Photo Credit: Massimiliano Cinà