Caravaggio: l’Estasi di San Francesco torna in mostra a Rimini

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E’ il suo primo dipinto di carattere religioso, quello in cui Caravaggio si cimenta con la composizione a due figure e dove sperimenta l’ambientazione paesaggistica, nonche’ gli esordi del suo straordinario uso della luce: torna in Italia dopo 25 anni – da sabato in mostra a Castel Sismondo di Rimini insieme con altri 14 meravigliosi dipinti seicenteschi- L’Estasi di San Francesco, capolavoro giovanile del Merisi, eccezionalmente prestato dal Wadsworth Museum di Hartford (Connecticut). Intitolata Caravaggio altri pittori del Seicento, la rassegna e’ in ordine cronologico l’ultimo omaggio al genio lombardo nel quarto centenario della morte, che ha visto celebrazioni in tutto il mondo. Questa riminese, prodotta da Linea d’Ombra di Marco Goldin, punta a mettere a fuoco la portata innovativa di Caravaggio attraverso un’unica opera che pero’, appunto, contiene i grandi temi sviluppati in seguito nella sua pittura. Il capolavoro e’ infatti un dipinto giovanile del Merisi realizzato si pensa nel 1594 circa, in origine di proprieta’ non del Cardinale del Monte (come la critica ha a lungo ritenuto) bensi’ del banchiere genovese Ottavio Costa, la cui famiglia (per una esplicita proibizione a vendere del capostipite) l’ha custodita fino al 1857.

L’Estasi di San Francesco
Una volta entrata nel mercato antiquario, la tela e’ infatti approdata (nel 1943) nelle collezioni del museo americano. L’opera e’ di una struggente bellezza e ritrae San Francesco in estasi dopo aver ricevuto le stigmate e confortato da un angelo che lo cinge tra le braccia mettendo in risalto la ferita nel costato. Adagiato sul terreno (e non in ginocchio secondo l’iconografia tradizionale) da dove con genio naturalistico spuntano erba e fiori in primo piano, il santo ha gli occhi socchiusi ed e’ inondato di luce, che e’ quindi anche metafora della presenza divina, rappresentazione della sua rinascita spirituale nell’immagine di Cristo. Si tratta di un capolavoro prestato con molte cautele dal Wadsworth Museum, che in Italia e’ stato poco visto (a Milano nel 1951 e a Napoli nel 1985), capace di reggere da solo un’intera esposizione, anche se a Rimini e’ circondato da una preziosa selezione di pittori seicenteschi. ”Sono stato libero di scegliere le opere che piu’ mi sembravano adatte a questa piccola rassegna”, ha detto Marco Goldin che gia’ da un anno fa era riuscito ad assicurarsi la presenza dell’Estasi di San Francesco a Rimini. Ecco dunque un bellissimo Van Dyck (La Resurrezione), la stupefacente Sacra Famiglia nella bottega di San Giuseppe di Carlo Saraceni, Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne di Orazio Gentileschi, il drammatico San Serapione di Francisco de Zubaran, il Ragazzo con cappello di Michael Sweerts, il Ritratto di Joseph Coymans di Frans Hals, L’Adorazione dei pastori di Lodovico Cardi, detto il Cigoli.

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