In India il turismo rischia di vivere un momento non troppo felice, dopo le violenze tremende che, a partire dallo scorso dicembre, hanno interessato soprattutto le donne. Non ultimo, un attacco di gruppo ad una ragazza svizzera piuttosto recente. I viaggiatori cominciano ad aver paura e mentre si attende che in questo Paese affascinante come pochi, si faccia qualcosa per punire in modo esemplare i responsabili, arriva una novità che dovrebbe rassicurare le giovani e non solo. Sarà in vendita, infatti, la biancheria intima antistupro, ma questa ovviamente è una soluzione momentanea, perché bisogna risolvere il problema alla base e riportare pace in una terra spirituale e bellissima.
Servirà tutto questo a placare almeno un poco le ire della comunità internazionale? Difficile da dire, ma intanto tre studenti indiani di ingegneria hanno trovato nel loro piccolo un modo per fare business e non far calare l’attenzione sullo scottante argomento. Si tratta di Niladri Basu, Manisha Mohan e Rimpi Tripathy, tra piccoli geni che hanno dato vita ad un dispositivo antiviolenza per proteggere le donne. Il funzionamento dell’apparecchio è semplice: viene collegato agli indumenti intimi nella zona del petto e invia all’aggressore una scossa elettrica di 3.800 kilovolt. Di solito si sistema nella zona del petto che sembrerebbe essere la prima ad essere parte che colpisce l’interesse dei maniaci o degli stupratori seriali.
Se le statistiche non ingannano, dunque, molte donne potrebbero essere presto al sicuro o, almeno, avere il tempo di chiedere aiuto. L’apparecchio si attiva per messo di un sensore di pressione ed è dotato pure di moduli gps e gsm, così da inviare automaticamente un sms con richiesta di soccorso. Se non altro, chi avrà la possibilità di comprarlo potrà sentirsi un attimino più tranquilla, nella speranza che le cose cambino senza bisogno di dover mettere un “antifurto” umano per poter vivere bene.
Photo Credit: Techpedia.in