Sardegna, sfiziosa anche d’inverno

 (Immagine di ComunicaTI, di Michela Simoncini)

La seconda delle nostre isole maggiori è per certi versi un territorio ancora inesplorato.

Mentre il nord, con la Costa Smeralda e le località di villeggiatura, è meta di molti italiani per le vacanze estive, il centro e il sud rimangono ancora dei luoghi selvaggi, fermi nel tempo, autentici.

Luoghi che riflettono i prodotti tipici della Sardegna: il pecorino, dalle differenti stagionature, e dallo spiccato profumo di paglia; l’amore per l’agnello, così come quello per l’aragosta, soprattutto ad Alghero, con le sue forti influenze catalane.

In giro per Alghero ci accompagna Claudia che ci conduce in una passeggiata tra il porto e gli antichi bastioni di questa affascinante città sarda. La vista dal mare della città e dalla città del mare sono atmosfere uniche in tutta la Sardegna, che si possono apprezzare da uno dei tanti bar che si affacciano su questa immensità blu. Alghero non lascia a bocca asciutta nemmeno i gourmet più esigenti: le influenze catalane frammiste alle specialità sarde rendono una sosta golosa indimenticabile.

Esplorando il sud dell’Isola non si può non fare una tappa a Cagliari il capoluogo della regione da sempre, fin dall’età del bronzo. Caratterizzata da una storia antica, il porto e il centro medioevale sono il fulcro di questa città che si estende su un territorio principalmente pianeggiante.

Le tradizioni europee del Natale – Parte terza

 La Danimarca è il Paese della birra e a Natale si produce la Julbryg con una gradazione alcolica tra i quattro e i sei gradi, ma nel periodo delle feste si prepara soprattutto il gløgg, un vin brulé con acquavite, uva sultanina, mandorle, zenzero e chiodi di garofano. E’ servito bollente ed è indispensabile per riscaldarsi dal gelo invernale. A tavola, in Inghilterra (www.visitbritain.com/), non mancano mai l’oca e il tacchino arrosto, ripieni di cipolle, mele e i classici cavolini di Bruxelles e le patate arrosto con le salse. Il pranzo di Natale termina poi con mele al forno con zucchero a velo, il tradizionale Christmas pudding, storico e antico budino, e i mince pies, dolcetti rotondi a base di mele, uva sultanina, marmellata di albicocche, strutto e succo di limone, che si degustano con il vino dolce. In Scozia il tradizionale pranzo di Natale prevede brodo di pollo con verdure e salmone come antipasto, tacchino arrosto con cipolla e salvia, salsicce con patate arrosto, carote e cavoli di Bruxelles. Per dessert sono immancabili il pudding di Natale e una crema a base di whisky.

Puglia, il Natale in masseria – Parte quarta

 Viaggiando in direzione Selva di Fasano, la strada è attorniata da trulli isolati e raggruppati in piccole contrade. Una di queste ospita la Tenuta Monacelle (www.tenutamonacelle.it), lussuoso relais tra ciliegi, ulivi, pini e querce. Gli antichi trulli, ben 30, sono stati trasformati in suite, camere di grande prestigio e in un ristorante, Il Ciliegeto, tra pietre calcaree e saloni a volte. Qui si degustano i sapori tipici della cucina pugliese e mediterranea, preparati dai proprietari della tenuta. Anche sulla costa, da Savelletri a Ostuni, è piacevole rilassarsi al tepore del mare, che d’inverno regala giornate calde, e nella tranquillità delle sue belle ed esclusive masserie. A Savelletri di Fasano quattro sono gli indirizzi più ricercati e probabilmente anche i più costosi: Torre Coccaro (www.masseriatorrecoccaro.com) è una masseria del XVI secolo, la più antica del territorio, circondata da ulivi, mandorli e carrubi. Le camere si affacciano su una corte interna ma la parte più suggestiva del complesso è la torre antica a cui si accede da una scala in pietra. Torre Maizza (www.masseriatorremaizza.com) si affaccia su un campo da golf ed è della stessa proprietà di Torre Coccaro.

GUIDA DI VIAGGIO ALL’ ISOLA DI PASQUA:tanto affascinante quanto misteriosa e lontana

 L’Isola di Pasqua (in lingua nativa Rapa Nui, grande isola/roccia; in lingua spagnola Isla de Pascua) è un’isola dell’Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile. Situata a 3600 km a ovest delle coste del Cile e 2075 km a est delle isole Pitcairn, è una delle isole abitate più isolate del mondo. Le sue coordinate geografiche sono 27° 07′ S 109° 22′ W: la latitudine è vicina a quella della città cilena di Caldera, a nord di Santiago. Il territorio dell’isola si compone di quattro vulcani: Poike, Rano Kau, Rano Raraku e Terevaka. Famosi sono i numerosi moai, le statue di pietra che ora si trovano lungo le coste. Dal punto di vista amministrativo, è una provincia a sé stante della regione di Valparaíso del Cile.
L’isola di Pasqua, chiamata anche Rapa Nui, è tanto affascinante quanto misteriosa al tempo stesso, non solo per i suoi luoghi archeologici, ma anche per la sua posizione, infatti l’isola è il luogo più lontano da qualsiasi altro pezzo di terra del Mondo. L’ isola si trova a 3700 chilometri dalle coste cilene e 4000 chilometri dalla Polinesia Francese.

Origine:

È uno dei luoghi più isolati del mondo. Il nome deriva dal fatto che l’isola venne scoperta dall’ammiraglio olandese Jacob Roggeveen il giorno della domenica di Pasqua del 1772. Il suo isolamento fece sì che i suoi abitanti preistorici svilupparono una propria cultura differente da qualsiasi altra. Il loro sistema di scrittura ideografico è, ad esempio, diverso da qualsiasi altro conosciuto. Gli antichi abitanti coltivavano l’arte della scultura.

Miti e Leggende sulle caratteristiche 600 teste di pietra:

I resti di quest’antica tradizione possono essere osservati ancora oggi. Il territorio dell’isola è, infatti, costellato da oltre 600 colossali teste di pietra. Esse raggiungono un’altezza di oltre 12 metri e un peso di ottanta tonnellate. Per molto tempo si è discusso sulla possibilità che la tecnologia primitiva delle antiche popolazioni consentisse o meno la realizzazione di simili opere colossali. Molti autori dalla fervida immaginazione sostenevano l’impossibilità che le statue potessero essere opera umana. Qualcuno è arrivato al punto di sostenere che esse devono essere opere di civiltà aliene poiché le caratteristiche dei volti raffigurati non assomigliavano a nessun lineamento terrestre. In realtà un attento esame fa emergere notevoli somiglianze con le caratteristiche somatiche degli abitanti dell’isola.
Negli anni 1955-56 l’esploratore e antropologo Thor Heyerdahl confutò queste fantasiose teorie con un efficace esperimento. Durante una spedizione durata sei mesi dimostrò che con una rudimentale tecnologia, gli isolani erano in grado di realizzare statue simili a quelle preistoriche e di trasportarle agevolmente anche a notevole distanza. Innanzitutto il materiale roccioso disponibile è un tufo vulcanico che può essere ammorbidito semplicemente mediante acqua. Inoltre con una speciale tecnica, ma con strumenti rudimentali, era possibile sfaldare facilmente la roccia e imprimergli la forma voluta. Durante l’esperimento sei soli uomini in tre giorni riuscirono a scolpire interamente una statua di dodici tonnellate. La statua venne poi trasportata utilizzando 180 uomini, muniti di funi e di un’enorme slitta di legno. Un’altra statua pesante trenta tonnellate venne addirittura issata su un’alta piattaforma di muratura, mediante un apposito basamento di pietre.

Guida di viaggio alle Isole Cook: un paradiso tutto da esplorare

 Sottili banchi corallini e atolli remoti, spiagge di sabbia bianca e verdi monti vulcanici, un ritmo di vita tranquillo e una popolazione cordiale: che cosa si può volere di più? Queste isole sono l’ideale per fare escursioni a piedi, praticare lo snorkelling, esplorare le grotte oppure semplicemente oziare sulla spiaggia. Raggiungete una delle isole esterne e sperate che l’imbarcazione non torni più a prendervi.

15 isole disperse in una superficie pari a 6 volte quella dell’Italia, l’arcipelago delle Isole Cook vale davvero la pena di essere visitato, nonostante sia uno dei posti più remoti da visitare per chi viaggia partendo dal nostro paese.

Aitutaki, Atiu Mangaia, Manihiki, Manuae, Mauke, Mitiaro, Palmerston, Tongareva, Pukapuka, Rakahanga, Rarotonga, Suwarrow, questi sono i nomi della serie di atolli e isole che furono il rifugio dei famosi ammutinati del Bounty, circa due secoli e mezzo fa.
Oltre che la bellezza del mare, qui davvero strepitoso, la vacanza scopre il sorriso e l’ospitalità polinesiana e la cultura dei Maori con le loro danze vivaci e sensuali.

Attrattive:
Con il suo territorio montagnoso e ricoperto da una fitta vegetazione, circondata poi da una splendida barriera corallina, Rarotonga ha spiagge di soffice sabbia bianca adorne di palme da cocco, ed è bagnata da acque di color turchese. Raratonga è perfettamente attrezzata per accogliere i turisti, ma se siete in cerca di qualcosa di più ‘selvaggio’ potete provare a visitare le isole meridionali. Aitutaki è forse una delle isole più belle del Pacifico. Non dimenticate, però, le altre isole, meno famose ma ugualmente belle. Se si aggiunge l’ospitalità degli abitanti, è facile capire perché la voglia di andare non tarderà a farsi sentire!

La difesa è gestita dalla Nuova Zelanda, con obbligo di consultazione e su richiesta del governo locale. La politica estera è condotta indipendentemente, soprattutto dopo l’adozione di una politica isolazionistica e non allineata da parte della Nuova Zelanda a partire dagli anni ’80.

Natale nella contea di Meath, itinerario in Irlanda tra castelli e whiskey

 L’Irlanda non e’ solo Dublino, Cork o Gallway. A pochi chilometri dalla capitale infatti, a non piu’ di un’ora di macchina sulle poco trafficate autostrade irlandesi, e’ possibile godersi un viaggio in mezzo alla verdissima campagna della Contea di Meath, che tra dimore di lusso, castelli e whiskey, puo’ essere una meta ideale per un ponte di 3-4 giorni, durante le festività natalizie. Il tour puo’ partire dal castello di Slane, luogo ricco di storia che dista solo mezz’ora dall’aeroporto di Dublino, e che dal 1701 appartiene alla famiglia dei lord Conyngham, che ancora vi abitano, anche se in una delle residenze presenti nel parco del castello. Circondato da 1500 acri di terreno, Slane Castle da tempo infatti puo’ essere affittato per banchetti, cerimonie e matrimoni e da trent’anni ospita d’estate, per volere di lord Henry, concerti rock che attirano ogni anno 80mila fan. Sotto la spianata del castello, hanno suonato e si sono esibiti gli U2 (che qui hanno anche registrato parte del loro quarto album, ‘Unforgettable fire’), i Queen, i Rolling Stone, Bruce Springsteen, David Bowie, Rem, Neil Young, Madonna, e tanti altri ancora.

Le tradizioni europee del Natale – Seconda parte

 Secondo una tradizione che dura dal Medioevo si passa poi al lutfisk, baccalà macerato per una settimana in acqua e soda e condito con panna, besciamella o burro fuso. Tutte le portate, anche quelle del pranzo natalizio, sono accompagnate dal vörtbröd, pane dolce preparato con mosto di malto. La cena termina con i pepparkakor, biscottini speziati con zenzero, cannella, cardamomo e chiodi di garofano, a forma di cuore, abete o maialino; e il dessert tradizionale, un budino di riso con latte e cannella, che nasconde secondo un’antica usanza una mandorla portafortuna. E’ lo stesso dessert che chiude il pranzo di Natale in Norvegia (www.visitnorway.it), dove le portate principali sono a base di pinnekjøtt, agnello affumicato e stufato. Anche qui c’è l’abitudine di mangiare carne di maiale, soprattutto salsicce e prosciutto marinato e bollito con salsa di mirtilli rossi, e il classico baccalà.

Puglia, il Natale in masseria – Terza parte

 Fuori Putignano sorgono le grotte di Castellana (www.grottedicastellana.it), il più scenografico, ricco e grande complesso speleologico italiano, scoperto nel 1938. In questo periodo è possibile visitarle (sono chiuse solo il 25 dicembre e il primo gennaio) senza le lunghe code del periodo estivo, godendosi con calma la scoperta. Si scende una scalinata fino all’enorme grotta Grave, al cui centro si ergono i Ciclopi, colossali stalagmiti, e si raggiunge la caverna del Precipizio o, con un percorso più lungo, la grotta Bianca. Nei dintorni, per una sosta di qualità tra gli ulivi si può scegliere, in località Conversano, la Casina dei Preti (www.casinadeipreti.it), deliziosa e tranquilla dimora in rosso pompeiano con giardino all’italiana, pergolato e frutteto. Oppure il Resort Montepaolo (www.montepaolo.it), dimora di charme del Cinquecento, che offre ospitalità nella casa di campagna o nella torre adiacente – la Torre del Brigante, bene di interesse storico-architettonico – e piatti tipici regionali a menu fisso nel ristorante dell’agriturismo.

Settimana bianca in Transilvania, tra borghi e castelli innevati

 Tra le nevi nella misteriosa Transilvania, la terra del Conte Dracula, sciando tra le piste dei Carpazi, alla scoperta di piccoli borghi e castelli charmant. Qui si mescolano leggende e mistero. La meta più nota è Poiana Brasov, a pochi chilometri in direzione sud-ovest dalla graziosa città di Brasov. Tra le stazioni sciistiche più attrezzate della Romania, è una località creata ad hoc per ospitare le attività sportive. Qui le giornate trascorrono fra gare di sci, pattinaggio sul ghiaccio, corse sullo slittino, passeggiate in slitte trainate da cavalli, nuotate in piscina, saune e trattamenti di bellezza, mentre la vita après-ski si prolunga fino alle ore piccole in ristoranti, bar, discoteche e club. Agriturismi e alberghi in stile chalet, case e ville in affitto sono immersi nel bosco ai piedi delle funivie che portano alle piste, lunghe fino a quattro chilometri e mezz.. Da non perdere la risalita in telegondola, una struttura inaugurata nel 2005 che può trasportare 2.200 persone ogni ora.

Guida di viaggio alle Isole figi:oltre 300 isole di paradiso tropicale

 Un angolo di mondo dove il blu del cielo, il verde di monti e foreste e il bianco delle spiagge si riflettono nel mare dalle mille sfumature
Le isole Figi (figiano: Viti; indostano: फ़िजी فِجی), note anche con la grafia Fiji, sono un arcipelago dell’Oceania che formano l’omonimo stato. Ufficialmente denominata Repubblica delle Isole Figi, è una nazione insulare nel sud dell’Oceano Pacifico ad est di Vanuatu, ad ovest di Tonga e a sud di Tuvalu. Il paese occupa un arcipelago di circa 322 isole, di cui 106 sono abitate permanentemente, oltre a 522 isolotti. Le due isole maggiori, Viti Levu e Vanua Levu contano circa l’87% della popolazione.

L’isola principale, Viti Levu, separata dall’altra grande isola di Wanua Levu da uno stretto braccio di mare, è il punto ideale per iniziare la scoperta delle meraviglie del luogo. La parte meridionale, una delle mete più ambite dai turisti, è zona ricca di vigneti e piantagioni di canna da zucchero, e termina con la celebre costa dei coralli ( Coral Coast ) e con le sue spiagge scure di origine vulcanica.
Al largo della costa orientale si apre la barriera corallina delle isole Mamanucas, uno splendido arcipelago di atolli incontaminati, circondati da acque tiepide e cristalline. Le isole principali, Torokiki, Matamanoa, Malolo sono attrezzate per permettere una meravigliosa vacanza di relax ed offrono, agli amanti degli sport acquatici la possibilità di praticare vela, windsurf e le sbalorditive immersioni all’interno della barriera corallina.
A nord delle Mamanucas si trova l’arcipelago delle isole Yasawa, più piccolo del precedente ma dotato di uguali attrattive turistiche e naturalistiche

La maggioranza degli abitanti vive sulle due isole più grandi. La popolazione è suddivisa tra gli indofijani, arrivati quando l’arcipelago era ancora una colonia britannica, e fijani-indigeni, che dal 1987 guidano il governo. Zucchero e copra sono i prodotti più importanti di un agricoltura diversificata mentre lo sfruttamento delle foreste ha un ruolo economico crescente. Un buon potenziale economico è rappresentato dai giacimenti minerari e dall’industria idroelettrica, mentre il clima e la posizione sulle rotte aeree dell’Oceano Pacifico favoriscono il turismo che qui trova splendide isole coralline circondate da finissima sabbia bianca e fondali di rara bellezza.

Le più turistiche sono le 16 isole del Gruppo Yasawa, probabilmente le più belle isole tropicali del pianeta, famose per le lagune, che emergono nel Mare di Blight (dal nome del capitano di vascello, William Blight, reso celebre dall’ammutinamento del Bounty). La più grande del gruppo è Waya. Qui le spiagge e le lagune sono lambite da un mare cristallino, le baie sono immacolate e profonde, ricche di reef e sono meta ineguagliabile per gli amanti dell’immersione.
Tra le escursioni da non perdere c’è quella alla Ghost Hill, la collina fantasma, un’enorme roccia che nasconde numerose caverne. E poi, la Likuliku Bay, la baia del tramonto, una delle dieci spiagge più belle del mondo: con la bassa marea, infatti, spuntano meravigliosi coralli di ogni colore.

Per godere di una vista panoramica impagabile ci si deve recare a Tavewa. Dalla collina dell’isola si può osservare l’immenso arcipelago. Quello meglio conosciuto come Laguna Blu, set del celebre film. L’isola in cui fu ambientato è Turtle Island. Paradisiache sono anche le Isole Mamanuca. Protette dalla barriera corallina, sono il luogo ideale per chi ama fare snorkeling. Molti dei più lussuosi resort si trovano su queste 20 isole. Invece, gli hotel delle più famose catene sono sull’Isola di Denarau dove si trovano anche bellissimi campi da golf.
E’ chiamata ‘giardino delle Fiji’ l’Isola di Taveuni, a sud di Vanua Levu, ed è il paradiso dell’ecoturismo. Qui si può ammirare una verdeggiante foresta tropicale ed è sede del Bouma National Heritage Park. E’ famosa per un altro motivo: qui passa la cosiddetta International Date Line, una linea immaginaria a 180° di longitudine che, oltrepassata, fa sì che la data cambi.

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