
Il termine Via della Seta, coniato nel 1909 da un geografo tedesco, ci fa pensare a viaggi avventurosi di carovane cariche di merci esotiche – a cominciare proprio dal prezioso tessuto – che nell’antichità consentivano traffici commerciali e scambi di prodotti tra l’estremo Oriente e il bacino del Mediterraneo, mettendo in contatto mondi sconosciuti e civiltà assai diverse. In realtà si dovrebbe parlare di vie al plurale, in quanto in un lasso di tempo lungo oltre un millennio e mezzo e su una distanza superiore ai 7 mila chilometri, non esisteva un unico itinerario, bensì un’intricata rete di percorsi che copriva tutta l’Asia, e che se riusciva a spostare merci da un estremo all’altro, serviva anche egregiamente per muovere cose, uomini e idee all’interno del continente stesso, ad esempio tra sud e nord, oppure nei suoi tratti mediani. Ecco perché nessuno è mai riuscito a stabilire un percorso univoco della Via della Seta. L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi “ (tel.02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it), specialista in itinerari culturali nei deserti di tutto il mondo, nel proprio catalogo “Deserti” propone per grandi viaggiatori una spedizione di 24 giorni lungo il tratto più orientale della Via della Seta, quello meno conosciuto e frequentato da noi occidentali, attraverso le estreme regioni nord-occidentali della Cina (Gansu, Qinghai e Xinjang) fino al Pakistan.