LE CENTO OPERE IN MOSTRA
“Il senso di questa mostra – ha spiegato il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci – è far capire il perché i modelli di questa pittura, che riflettono una gloria per noi incognita, si sono tramandati in tutto l’ Impero. Nomi che forse superano quelli del grande Rinascimento italiano come Raffaello, Goya, Rembrandt e altri, e nonostante questo sono a noi sconosciuti”.
Cento opere che abbracciano un vasto periodo, dal 1° secolo a.c. al V° secolo d.c. tra cui grandi affreschi, ritratti su legno e su vetro, decorazioni e fregi provenienti dalle domus patrizie, dalle abitazioni e botteghe popolari dei più importanti siti archeologici e dai musei di tutto il mondo.Un mondo di inaspettata vivacità cromatica, dove prorompe il rosso pompeiano, il verde, l’ azzurro dei lapislazzuli, sfatando il luogo comune che identifica il ‘classico’ con la trasparenza dei marmi bianchi.
I COLORI DEL MONDO ANTICO
“Il mondo antico, greco e romano, era un mondo colorato – dice il curatore della mostra Eugenio La Rocca – mentre noi siamo abituati a statue bianche. Colorati erano i templi, gli edifici pubblici e le case, sia all’ esterno che all’ interno”.
“Nei decenni, l’immagine di Roma è stata veicolata soprattutto attraverso gli aspetti militareschi e caricaturali della filmografia – ha sottolineato l’ assessore capitolino alla cultura Umberto Croppi – meno attraverso quelli artistici. Questa mostra riempie un vuoto importante, e lo fa dando conto di un genere importantissimo come la pittura”.
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