Pompei cade a pezzi: ancora un crollo nell’area archeologica

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Un anno fa si parlava di responsabilità e di interventi in merito al crollo disastroso che aveva interessato l’area archeologica di immenso valore che risponde al nome di Pompei. Oggi quel problema si ripresenta e dimostra che poco o nulla si è fatto per cambiare lo stato delle cose, a tutto danno di quello che è un patrimonio che bisogna fare di tutto per non perdere. I carabinieri del luogo, nelle scorse ore, infatti, hanno  sequestrato una piccola area a nord degli scavi archeologici dove si è verificato il crollo di un muro romano realizzato con la tecnica «Opus incertum». Un evento che ha riguardato i pressi di Porta di Nola vicino la cinta muraria della città antica, dove ogni anno giungono milioni di turisti.

Il cedimento ha interessanto la parte superiore di un parametro murario romano in un’area che di solito è visitabile e aperta al pubblico e attualmente sono stati calcolati in tema di macerie almeno tre metri cubi. Dodici mesi o poco meno sono passati dal precedente crollo della Schola Armaturarum e per fortuna non si sono registrati danni a persone o ad altre strutture, ma il pericolo è in agguato a quanto sembra.

 

Mentre proseguono i sopralluoghi, sembra che il crollo sia avvenuto per cause accidentali ma come la scorsa volta, non si esclude che la pioggia recente abbia peggiorato la situazione. Per fortuna sia la zona di Porta Nola che la cinta muraria restano poco battute da tour a tema e turisti e fa parte dell’area nord degli scavi. Il muro misurava cinque metri circa e molte parti riguardavano il paramento “opus incertum”,  una tecnica muraria di rivestimento dell’epoca romana realizzata con schegge di pietra irregolari e sassi mescolati alla malta. In questa parte si ricorda la porta costruita pare da Vibio Popidio ornata con testa della dea Minerva a protezione della città.