Il Lazio opta per l’Albergo Diffuso come format per l’offerta ricettiva

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Un albergo su misura del cliente. E’ l’idea presentata da Bic Lazio nel corso del convegno ‘L’ospitalità del nuovo turismo: l’Albergo Diffuso’ in uno studio che costituisce il primo tentativo in Italia di definire un modello di albergo diffuso, individuando i principali fattori di successo e le condizioni di sostenibilità per questa nuova forma di ospitalità. Il modello ha consentito di giungere ad un indice di sintesi sulla competitività attuale e potenziale dei comuni che intendono realizzare un albergo diffuso idoneo a operare con successo sul mercato internazionale. Un modello riproducibile in qualsiasi contesto territoriale.
Attraverso una sperimentazione avviata su 23 comuni del Lazio (13 comuni appartenenti alla tuscia romana e 10 appartenenti all’area dei Monti Ausoni nel frusinate), si è inteso definire l’albergo diffuso, distinguendo quelle caratteristiche innovative che lo differenziano da altre forme ricettive più tradizionali: la centralità della persona, il rispetto dell’ambiente, l’autenticità dei luoghi, il rispetto della cultura e delle tradizioni locali.

L’albergo diffuso è una proposta turistica innovativa. Si tratta di una vera e propria struttura ricettiva alberghiera, caratterizzata dal fatto che tutti i servizi vengono garantiti agli ospiti anche se alloggiano in camere sparse nel centro storico. Gli edifici dell’albergo diffuso sono di norma case di pregio, o almeno abitazioni tipiche, in un contesto di interesse storico e culturale, ristrutturate ed ammobiliate in modo tale da coniugare i comfort dei servizi con l’autenticità della proposta.

Il centro storico o il borgo nel quale sorge l’albergo diffuso, si caratterizza inoltre per un numero di abitanti tale da garantire agli ospiti la possibilità di avviare relazioni, di avere rapporti interpersonali con i residenti e con gli altri ospiti. L’idea di base è che, più che clienti di un albergo, si sia per qualche giorno parte di un vero e proprio vicinato, qualcosa che ha a che vedere con la vita di una comunità temporanea. Da questo punto di vista, l’albergo diffuso è una struttura che si caratterizza per avere due hall, una dentro e l’altra appena fuori dell’albergo. Per questo il paese che lo vuole ospitare, anche se di piccole dimensioni, si deve presentare come una realtà viva, animata, e dotata di tutti i servizi di base propri di qualsiasi comunità. Condizioni che non mancano certo nel Lazio.

La struttura rappresenta un vero e proprio modello di gestione territoriale. Attraverso il recupero di centri storici viene offerta al turista l’opportunità di conoscere i nostri borghi antichi, colmi di storia e di cultura, al cospetto di una natura incontaminata ed affascinante. Questa definizione deriva dal tentativo di dare risposte adeguate alle esigenze di un nuova tipologia di turista che si è ultimamente affacciata sul mercato. Un turista a cui interessa vivere il luogo prescelto più che visitarlo, in pratica un residente temporaneo più che un visitatore.

Tra le caratteristiche peculiari dell’albergo diffuso rientra infatti l’offerta di un ambiente adatto alle relazioni tra ospiti e residenti. La richiesta di interazioni con i residenti rappresenta un fattore sempre più importante a causa della tendenza naturale degli ospiti a ricercare e privilegiare esperienze turistiche ad elevato impatto emotivo. Attualmente sono in via di realizzazione con il supporto di Bic Lazio alberghi diffusi nei comuni di Castro dei Volsci (inaugurazione prevista per l’estate 2008), Atina (entro la fine del 2008) e a Montelanico (a metà marzo 2008).

Dopo una attenta analisi territoriale – sottolinea il presidente di Bic Lazio, Enrico D’Agostino – è fondamentale calare il modello di albergo diffuso nella realtà locale, con l’obiettivo di adeguarlo in termini strutturali e capire quale siano i passi successivi da compiere per giungere alla sua definitiva realizzazione. Senza contare che nell’avvio di un albergo diffuso, rispetto a quanto avviene per un albergo tradizionale, giocano un ruolo determinante la volontà dei decisori locali che devono essere coinvolti sin dalle prime fasi di vita del progetto. L’albergo diffuso è un modello che ha già dimostrato di saper frenare il degrado e lo spopolamento dei borghi del nostro paese e proprio per questo andrebbe incentivato, come in passato si fece per l’agriturismo. Un maggiore ricorso a questa nuova forma di ospitalità permetterebbe infatti non solo di rivitalizzare i centri storici di cui è ricca la nostra regione, ma soprattutto di favorire la valorizzazione socio-economica dell’intero territorio laziale.”