Triora, il borgo delle Streghe è uno dei più belli d’Italia

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E’ stato classificato come uno dei borghi più belli d’Italia (www.borghitalia.it), ha conquistato la bandiera arancione (www.bandierearancioni.it), marchio di qualità turistico-ambientale destinato alle piccole località d’eccellenza dell’entroterra, ma Triora (www.comune.triora.im.it), comune in provincia di Imperia, viene visitato soprattutto come antica dimora delle streghe.
Nelle sue stradine rivive ancora l’eco dei processi della Santa Inquisizione che si tennero dal 1587 al 1589, quando, complice una tremenda carestia, furono torturate e uccise con l’accusa di stregoneria decine di donne di Triora, additate come responsabili dell’ondata di povertà e di altri gesti bizzarri.

IL MUSEO REGIONALE ETNOGRAFICO E DELLA STREGONERIA
Oggi gli atti del processo, insieme con libri e racconti popolari, sono custoditi in un’apposita sezione del Museo Regionale Etnografico e della Stregoneria, che ha sede al Corso Italia del piccolo comune ligure. Paesino incastonato nell’entroterra della Liguria, a circa 47 km da Imperia, nella Valle Argentina, Triora, circa 400 abitanti, appare come una manciata di case poste a quasi 800 metri di altezza sulle estreme pendici meridionali di un costone montuoso che digrada dal massiccio del monte Saccarello verso la conca di fondovalle attraversata dal torrente Argentina.

LE STREGHE DI TRIORA
Passeggiando per il borgo medioevale si possono ripercorrere i luoghi delle leggendarie vicende delle streghe di Triora, le cosiddette “bagiue”. Si parte dalle case di Via San Dalmazzo con le inferriate alle finestre, un tempo adibite a prigioni, passando per la via chiamata Dietro la Chiesa, a pochi passi dalla parrocchia, secondo la tradizione luogo di ritrovo delle streghe così come la Ca’ Botina, la fontana di Campomavùe e la fontana detta della Noce, all’ombra appunto di un grande albero di noci, tipico albero scelto per le danze sabbatiche. Si giunge poi alle cascate del LaguDegnu, in fondo al Cian di Vunda, dove si trova uno smeraldino lago artificiale formato dal rio Grugnardo che s’immette nel torrente Argentina.

BUNGEE-JUMPING A LORETO
Chi non si accontenta del mistero dei luoghi stregati, può sperimentare i brividi del bungee-jumping gettandosi dal ponte che si trova nella frazione di Loreto. Da qui, con l’inizio delle belle giornate, molti amanti degli sport estremi, si lanciano nel vuoto affidandosi soltanto ad un elastico legato alle caviglie. Oppure ci si può cimentare nei percorsi proposti dal Centro Arrampicate, tra cui uno che si chiama Via delle Streghe e che parte proprio da Loreto. Per chi invece desidera rilassarsi e andare alla scoperta delle bellezze paesaggistiche e archeologiche del posto, ci sono le passeggiate lungo i pendii del Monte Saccarello, alto circa 2200 metri, dalla cui vetta, abitata dalla gigantesca statua del Redentore, si può godere di una stupenda vista mozzafiato sulle Alpi Marittime e sul Mar Mediterraneo fino alle coste della Corsica.

IL PARCO ARCHEOLOGICO
Il territorio, che rientra nella Comunità Montana Argentina Armea, offre anche delle straordinarie testimonianze storiche con il suo Parco Archeologico dell’Arma del Grà di marmo, in località Realdo, con le testimonianze del periodo Neolitico medio (3800 – 3000 a.C.). Tra le grotte e gli anfratti naturali un tempo abitate dalle antiche tribù, spicca l’Arma della Grà di Marmo: una piccola cavità di origine carsica che si apre, a 985 metri di quota, nei calcari grigi del Luteziano (Eocene Medio) ricchissimi di fossili di Nummoliti, caratteristici organismi marini unicellulari dotati di guscio calcareo.